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La consulta pubblica le motivazioni. La DIRER chiede di aprire subito la stagione contrattuale.

Sono uscite le motivazioni in base alle quali la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme sul blocco dei contratti nella Pubblica amministrazione. Si tratta di una “violazione della libertà sindacale”. La sentenza non è retroattiva ed ha efficacia dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Leggi qui la sentenza della Corte Costituzionale n. 178 del 2015.. “Sono fondate – si legge nella sentenza depositata oggi, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra – le censure mosse, al regime di sospensione per la parte economica delle procedure contrattuali e negoziali in riferimento all’art. 39, primo comma, Cost. Esse si incentrano sul protrarsi del blocco negoziale, così prolungato nel tempo da rendere evidente la violazione della libertà sindacale”. “Il carattere strutturale delle misure e la conseguente violazione dell’autonomia negoziale non possono essere esclusi, sol perché, per la tornata 2013-2014, è stata salvaguardata la libertà di svolgere le procedure negoziali riguardanti la parte normativa”, spiega la sentenza. E aggiunge: “La contrattazione deve potersi esprimere nella sua pienezza su ogni aspetto riguardante la determinazione delle condizioni di lavoro, che attengono immancabilmente anche alla parte qualificante dei profili economici”. In sostanza il reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale . La DIRER facendo sue la parole della Corte ritiene che il sacrificio del diritto fondamentale sancito dall’art. 39 della Costituzione non sia più tollerabile. La DIRER chiede, pertanto, l’apertura di una nuova stagione Contrattuale partendo dall’accordo sulle nuove Aree contrattuali. Ricorda gli ostacoli sorti a seguito del decreto legislativo n. 150 del 2009 che precostituiva una impossibile fusione fra dirigenza amministrativa medica e sanitaria in un unico contratto. In particolare chiede al Governo Renzi di fare finalmente chiarezza: ad ogni ruolo dirigenziale previsto nella riforma della pubblica amministrazione deve corrispondere una autonoma Area contrattuale dirigenziale. Il Comitato di Settore presso la Conferenza delle Regioni dovrà curare due contratti per la dirigenza: uno per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria ed uno per la dirigenza regionale e PTA.

Riunione del 14 luglio a Roma sulla questione del riordino delle Province.

Rituale scontato: il sottosegretario introduce, tutti si lamentano di avere avuto all’ultimo momento lo schema di decreto. Viene illustrato il decreto attuativo della legge di stabilità’ anno 2015, decreto che fissa le regole per la mobilità dei dipendenti dichiarati in soprannumero nelle disciolte province. Intervengono Uil, Cisl e Cgil contestando ritualmente che il decreto è una sezione di un tutto che non condividono in quanto con logiche e procedure frazionate in assenza di una regia organica. Finito di parlare confederali il sottosegretario dice di essere chiamato ad altri impegni e se ne va. Intervengono altre sigle contestando: - che la parte politica se ne era andata e quindi il rituale era già concluso; - che non c’era coordinamento in quanto le Regioni stanno andando in ordine sparso, solo 6 hanno legiferato ed anche in modo contrastante e disorganico; - che non c’è chiarezza e certezza sulle garanzie occupazionali anche se il sottosegretario ha sostenuto che la continuità del rapporto di lavoro è fuori discussione; - che non c’è un quadro d’insieme (di rango legge costituzionale) che definisca in modo univoco le competenze di regioni ed enti subregionali, - che assegnare la polizia provinciale (che ricopre specifiche competenze in materia ambientale) ai comuni vuol dire abbandonare i controlli sull’ambiente per aumentare i vigili urbani.

Da una lettura sommaria dello schema di decreto si rileva che:

• il testo è uno scadenzario attuativo di una procedura più complessiva basata su una finzione: che cioè il meccanismo della programmazione e gestione dei fabbisogni nella P.A. sia un sistema organico di norme funzionali, chiare, da tutti accettate e rispettate. • La definizione delle vacanze sulla base dei “fabbisogni”,infatti, presuppone che tutte le P.A. rispettino il d. lgs. 165 e che predispongano il programma triennale del fabbisogno sulla base di un’analisi dei carichi di lavoro, la descrizione di strutture organiche e funzionali, assemblate su competenze omogenee ed esaustive, con la previsione di dotazioni di personale descritte per livelli di inquadramento e profili. Questa è la teoria, ma nella pratica succede che le Regioni elaborano un piano del fabbisogno meramente numerico (quindi non per profili) e senza aver mai provveduto ad una analisi dei carichi di lavoro. Poi si succedono le modifiche strutturali, lasciando invariato il quadro dei fabbisogni e si continua nel contempo a reclutare personale dirigenziale esterno con contratti a termine di tre o cinque anni. Quindi eventuali soprannumerari delle province non possono aspirare ad occupare tali posti in quanto saranno occupati ben oltre il biennio disponibile per trovarsi una collocazione.

Rimane infine il problema delle professionalità specifiche nella dirigenza; lo schema di decreto non parla di profili. Nella dirigenza spesso non si considerano i ruoli tecnici; come avverrà dunque la mobilità?

La DIRER-COSMED chiede:

• che siano aperti subito i tavoli sui fabbisogni di personale nelle Regioni per gli anni 2015 e 2016 convocando le OO.SS. per fare chiarezza sulla disponibilità di posti; • che vengano sospese nel frattempo tutte le assunzioni di dirigenti esterni ed i comandi da altre amministrazioni; • che vengano stabilite regole chiare per la mobilità, in relazione a specifiche professionalità tecniche al fine di evitare vestitini su misura per soggetti ben individuati o non individuabili per cui i posti risultano o preassegnati o inassegnabili; • che sia garantita la tenuta dei salari e delle competenze acquisite dal personale del Province in mobilità.

BOZZA DECRETO SU CRITERI MOBILITA’ PRESONALE PROVINCIE

Blocco dei trattamenti economici dei dipendenti pubblici

La DIRER chiede subito l’apertura di una nuova stagione contrattuale. Ecco il comunicato stampa della Consulta sulla sentenza sull’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico.

Domande sulla Dirigenza e Riforma PA

Il disegno di riforma Madia è all’esame della Camera dove sono stati presentati più di duemila emendamenti; dopo l‘approvazione della Camera ci sarà l’ultimo passaggio al Senato; nel frattempo già si lavora per la predisposizione dei decreti delegati. In previsione dell’ entrata in vigore della riforma della pubblica amministrazione la Cosmed organizza per il giorno 16 luglio 2015 una giornata di riflessione sul ruolo della dirigenza e sugli sviluppi contrattuali. La Federazione DIRER SIDIRSI , per partecipare in modo costruttivo al lavoro confederale, rivolge agli iscritti ed a tutti coloro che vogliano partecipare, una serie di domande finalizzate alla apertura di un processo di discussione e di condivisione su alcuni temi fondamentali per la categoria, fra analisi del passato e prospettive future. L’obiettivo è quello di arrivare alla predisposizione di un documento unitario sulla dirigenza regionale e amministrativa della sanità che parta da una condivisione di base e dia nuovo slancio al percorso di unificazione fra le due sigle. Questi i quesiti: 1) Come cambierà lo scenario della dirigenza con l’introduzione del ruolo unico regioni –sanità? 2) Ci saranno più prospettive di carriera con la riforma? 3) Ci sarà un incremento della mobilità fra regioni e sanità? 4) Sarà possibile armonizzare le diverse situazioni contrattuali? Come fare? 5) Si temono riflessi sulla parte retributiva di posizione e di risultato? 6) Quale giudizio si può dare sul sistema di valutazione in atto nell’ente di appartenenza: funziona, c’è coinvolgimento del dirigente nella attribuzione degli obiettivi, c’è contrattazione sulle risorse necessarie per la realizzazione degli obiettivi, c’è un sistema di misurazione del raggiungimento degli obiettivi? 7) Il procedimento per il conferimento degli incarichi dirigenziali attualmente in vigore è pubblico? Si fa una selezione dei titoli del curriculum? Si fa una comparazione fra i curricula? 8) I criteri di conferimento degli incarichi previsti dai contratti di lavoro sono gli stessi fra Regioni e Sanità? 9) Quale è l’ultimo contratto decentrato fatto nella tua amministrazione in che anno? 10) Fra contratto nazionale e contratto decentrato aziendale quale ritieni debba essere prevalente? 11) Ritieni ipotizzabile un contratto di lavoro regionale regioni- sanità? 12) Quali sono le differenze fra il CCNL delle Regioni (area II ) e quello della Sanità (area III )? 13) Quali sono le affinità fra CCNL delle Regioni e quello della Sanità? 14) Ritieni che la materia Sanità debba rimanere alle Regioni o tornare nella competenza esclusiva dello Stato? 15) Ulteriori proposte e suggerimenti

Iniziativa per i Pensionati

Leggi lettera del Coordinatore Pensionati DIRER d’Elia che propone un’iniziativa a tutela della perequazione delle pensioni alla luce della recente sentenza della C.C. n. 70/2015. Coloro che fossero interessati ad aderire all’iniziativa dovranno far pervenire il modello di diffida allegato alla Segreteria Amministrativa DIRER.

Forum DIRER – SIDirSS

Da tempo la DIRER e il SIDIRSS (Sindacato dei Dirigenti Sanitari Amministrativi) stanno collaborando per una possibile unione. La Riforma Madia sulla Dirigenza è un’occasione per aprire un dibattito, un confronto tra i colleghi della DIRER e i Dirigenti amministrativi del SSN. In questa ottica è stato realizzato un Forum aperto dove tutti possono interagire inserendo pareri, commenti ecc. L’indirizzo del Forum è http://www.fedireg.it/ oppure http://fedireg.it/ Vi invitiamo quindi ad visitare il Forum e ad inserire le Vs opinioni sulla Riforma della PA Cordiali saluti

Conflitti e soprusi, le 7 prove del mobbing

La Corte di cassazione, con sentenza n.10037/2015 ha individuato delle linee guida per riconoscere il vero mobbing . Sette parametri con cui la vittima deve provare di essere stata danneggiata sul lavoro: ambiente, durata, frequenza, tipo di azioni ostili, dislivello tra antagonisti, andamento per fasi successive, intento persecutorio. Perché si configuri il mobbing devono ricorrere tutti e sette, non uno di meno. Le vessazioni devono dunque avvenire sul luogo di lavoro (1). I contrasti, le mortificazioni o quant’ altro devono durare per un congruo periodo di tempo (2) ed essere non episodiche ma reiterate e molteplici (3). Deve trattarsi di più azioni ostili, almeno due di queste (4): attacchi alla possibilità di comunicare, isolamento sistematico, cambiamenti delle mansioni lavorative, attacchi alla reputazione, violenze o minacce. Occorre il dislivello tra gli antagonisti, con l’ inferiorità manifesta del ricorrente (5). La vicenda deve procedere per fasi successive come: conflitto mirato, inizio del mobbing , sintomi psicosomatici, errori e abusi, aggravamento della salute, esclusione dal mondo del lavoro (6). Oltre a tutto quanto elencato, bisogna che vi sia l’ intento persecutorio (7), ovvero un disegno premeditato per tormentare il dipendente. Nel caso per cui si è arrivati in Cassazione, che riguardava un impiegato pubblico, i sette elementi chiave c’ erano tutti. Il ricorrente era stato demansionato, emarginato, spostato da un ufficio all’ altro senza motivo, umiliato nel ritrovarsi come capo quello che prima era il suo sottoposto, assegnato a un ufficio aperto al pubblico ma privato della possibilità di lavorare.

Niente doppia sanzione sugli incarichi

La Corte costituzionale con la sentenza 98/2015 ha cancellato al norma che prevedeva una sanzione pari al doppio del compenso stesso se chi conferisce un incarico a un dipendente pubblico e non comunica alla Pa di appartenenza dello statale il compenso erogato entro 15 giorni dal pagamento. Leggi qui la pronuncia della Corte Costituzionale n. 98/2015

Il Coordinatore dei Pensionati sull’adeguamento delle pensioni

Il Coordinatore dei Pensionati d’Elia interviene in merito alla Sentenza della Corte Costituzionale riguardante il blocco dell’”adeguamento” delle pensioni. Ecco la lettera del Coordinatore pensionati.

Riforma Pensioni le ultime news di oggi.

Riforma Pensioni entro il 2015 è la promessa di Poletti, ultime news di oggi. In risposta alle dichiarazioni dei giorni scorsi di Boeri, il Governo ha detto la sua per bocca del Ministro Poletti, ecco quali sono le ultime dichiarazioni sulle pensioni: “Gli interventi sulla riforma delle pensioni sono un tema all’ordine del giorno”. Poletti ha riconfermato che il Governo è intenzionato a modificare la legge Fornero, partendo soprattutto dai casi più critici di quelle persone che hanno perso il posto di lavoro e hanno oltre 55 anni. Per quanto riguarda le tempistiche, il ministro del Lavoro ha spiegato che il ministero nei giorni scorsi ha fatto partire “un lavoro preliminare di studio, che si concluderà a Giugno con l’obiettivo di presentare al Parlamento una proposta chiara”. Nella prossima legge di stabilità potrebbero così esser inseriti gli interventi, in modo da avere una riforma delle Pensioni entro il 2015. Le parole però vanno fatte seguire dai fatti, cosa che ci auguriamo tutti. Pensioni 2015, pensioni lavoratori precoci e opzione donna: Gnecchi, Polverini e ddl Damiano, si spera in una svolta, il clima rimane accesissimo.Parlando di pensioni lavoratori precoci e opzione donna non possiamo in primis non evidenziare la polemica che ha interessato governo Renzi e Lega Nord in merito alla questione delle penalizzazioni sugli assegni previdenziali. Come noto, la Legge di Stabilità ha certificato lo stop alle decurtazioni sugli assegni pensionistici per i lavoratori precoci che accederanno all’uscita anticipata dall’impiego dal gennaio 2015 al dicembre 2017, previsione questa che il Carroccio ritiene penalizzante per chi ha sfruttato l’istituto con decorrenza antecedente al range di tempo individuato. Il deputato leghista Emanuele Prataviera ha così chiesto un’estensione del beneficio che l’Esecutivo ha prontamente ritenuto inattuabile per mancanza di fondi atti a procedere, cosa che ha indotto la Lega Nord a parlare di ‘discriminazione’ nei riguardi di una certa classe di lavoratori. Sul fronte della riforma continua il dibattito sul ddl Damiano che potrebbe portare importanti novità in merito all’istituto del prepensionamento, provvedimento che sarebbe vitale in ottica pensioni lavoratori precoci. Staremo a vedere. Passando dal caso pensioni lavoratori precoci all’opzione donna, fonti vicine al Comitato di categoria ci informano di alcuni decisi passi in avanti compiuti in Commissione Lavoro. Il vicepresidente della stessa Commissione, Renata Polverini, ha assicurato che si sta facendo di tutto per arrivare ad una proroga dell’opzione donna, un’opera di convincimento che la Polverini sta portando avanti insieme al membro PD Maria Luisa Gnecchi. Di positivo c’è che stando all’atto del Senato n.1843 – ‘Prolungamento del regime sperimentale cosiddetto “opzione donna” di cui al comma 9 dell’articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 243 – il ddl Damiano è stato calendarizzato alla Camera con annessa previsione sulla stessa opzione donna. Nonostante i passi in avanti compiuti a livello istituzionale appare comunque di vitale importanza l’iter connesso alla class action in preparazione contro l’INPS, atto resosi necessario a causa dell’indifferenza sul tema mostrata dal premier Renzi. Come sottolineato dall’avvocato Maestri che sta seguendo il caso, ‘è già stato notificato il ricorso alle autorità competenti’. A breve avrà dunque inizio il procedimento al Tar del Lazio. (Fonte Blasting News)