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Convegno UNADIS/CONFEDIR: “20 anni dalla Privatizzazione del pubblico impiego: la Dirigenza dello Stato tra riforma, controriforma e prospettive future”. Roma 12 aprile 2013


La DIRER ha partecipato al grande successo che ha riscosso il Convegno organizzato, venerdì 12 aprile u.s. dall’UNADIS e dalla CONFEDIR, su “Venti anni dalla Privatizzazione del pubblico impiego: la Dirigenza dello Stato tra riforma, controriforma e prospettive future”. L’evento è stato molto apprezzato dagli intervenuti e dalla stampa, non solo per l’alta qualità degli interventi: è stata reale occasione di riflessione sulla riforma, che ha inciso radicalmente sul pubblico impiego, e di sguardo al futuro. Le riforme della PA sono costantemente al centro di un dibattito serrato, soprattutto per la natura delle istituzioni pubbliche, da sempre oggetto di cambiamenti divergenti da quelli della società e dell’economia in generale. Il nostro Paese ha intrapreso negli ultimi venti anni un percorso di riforma delle Pubbliche Amministrazioni, spesso considerate inefficienti, che ha determinato un sostanziale cambiamento della loro cultura. Nel corso del dibattito è stato sottolineato come LA DIRIGENZA sia un elemento cruciale nella gestione delle pubbliche amministrazioni. Essa ricopre una rilevanza strategica per le performance delle organizzazioni pubbliche e per una corretta ed efficace attuazione delle scelte politiche. Sono state, però, evidenziate anche le criticità del sistema. Infatti, nonostante il d.lgs. 29/1993 volesse affermare il principio della separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, l’ingerenza della classe politica nella gestione, fatta uscire dalla porta è rientrata prepotentemente dalla finestra con gli interventi di legge successivi. Ricorso ad esterni, eliminazione del collegamento tra valutazione meritocratica e progressione di carriera, interventi di riduzione di organici dirigenziali, tagli alle retribuzioni. Un contesto difficile per continuare a rendere servizi efficienti ai cittadini, che pure i dirigenti continuano a garantire. E sempre meno garanzie per il singolo dirigente pubblico, rappresentato come un eroe moderno, che lotta contro invasività della legge, eccesso di burocrazia e tentativi di fidelizzazione dalla politica. Il segretario nazionale della DIRER ha messo in risalto le peculiarità del dirigente regionale ed il contesto in cui è chiamato ad operare nel quale al complesso, sofferto e contraddittorio corpus iuris nazionale si sono aggiunti e si continuano ad aggiungere le singole normative regionali in un rapporto spesso difficile fra Governo e sistema delle autonomie Regionali. La L.150/2009, fra l’altro, ha aperto una scottante questione ancora tutta sul tappeto che è quella delle future aree dirigenziali dove l’unione della dirigenza regionale con i medici crea un ingestibile ed ingiustificata commistione di diverse professionalità. In conclusione tutti gli intervenuti hanno concordato sulla necessità di riformare alcuni profili di scottante gravità (cd clausola di salvaguardia, la giurisdizione, ad esempio), sull’esigenza di dare nuovo impulso alla contrattazione collettiva, nonché sulla importanza di una formazione costante su tematiche manageriali per la dirigenza pubblica. Ma, soprattutto, si è convenuto sull’esigenza di una rinnovata consapevolezza del ruolo e della funzione dirigenziale, da veicolare anche a livello mediatico, con forza.

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