Quadri
Furbetti del cartellino, sicuri che basti?
Un intervento della Segretaria Nazionale de Paolis.
Ecco il link:
http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/furbetti-del-cartellino-sicuri-che-basti-427765.html
Articolo sulle sentenze della Cassazione
Si riporta di seguito un interessante articolo della Segretaria de Paolis.
http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/sentenze-di-cassazione-altre-circostanze-427153.html
Siglato l’accordo definitivo per la proroga all’iscrizione al fondo integrativo Perseo-Sirio
Ecco il comunicato Cosmed relativo alla proroga all’iscrizione al fondo integrativo Perseo-Sirio. Ecco il testo del CCNQ.
DIRER – SIDirSS il nuovo Sindacato della Dirigenza e Quadri direttivi delle Regioni e Amministrativi della Sanità
Ecco il comunicato e la nuova composizione del Sindacato unitario DIRER – SIdiSS.
LA DIRER EMILIA ROMAGNA FA CAUSA ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
COMUNICATO STAMPA
LA FEDERAZIONE DIRIGENTI E QUADRI DIRETTIVI DIRER FA CAUSA ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LE NOMINE DEI DIRETTORI GENERALI
Con due distinti ricorsi (uno indirizzato al Giudice del lavoro di Bologna e l’altro al TAR Emilia-Romagna) la “DIRER – Federazione Nazionale Quadri Direttivi e Dirigenti delle Regioni”, unitamente a un dirigente interessato, ha impugnato la Deliberazione della Giunta regionale dell’Emilia Romagna n. 56 del 25.01.2016, con la quale la Regione Emilia-Romagna ha provveduto ad effettuare le recenti nomine del Direttore generale Gestione, Sviluppo e Istituzioni, del Direttore generale Cura del Territorio e dell’Ambiente, del Direttore generale Economia della Conoscenza, del Lavoro e dell’Impresa, del Direttore generale Agricoltura, chiedendone l’annullamento ovvero la declaratoria di nullità e/o inefficacia (previa adozione delle misure cautelari ritenute più idonee), nonché per la condanna della Regione Emilia-Romagna ad avviare una nuova e legittima procedura di conferimento degli incarichi di Direttori generali della Giunta regionale e per l’adozione di ogni provvedimento idoneo a soddisfare le ragioni dei ricorrenti, ivi compresa la declaratoria di nullità e/o inefficacia dei contratti di lavoro stipulati dai controinteressati.
La DIRER, infatti, contesta le suddette nomine di natura strettamente “politica e fiduciaria” e la mancata comparazione e selezione, nello specifico, di soggetti dotati dei requisiti necessari ai quali non è stato neppure consentito di “concorrere” al conferimento degli incarichi, che ha determinato, oltre al pregiudizio economico e di carriera per il diretto interessato, un grave danno per la collettività intera e per la stessa amministrazione regionale, che in tal modo non solo vengono private della guida di soggetti scelti in maniera meritocratica e dotati di elevata esperienza e competenza per la posizione richiesta tali da garantire il “buon andamento, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa pubblica”, ma che addirittura rischiano di pregiudicare i servizi resi nei confronti dei cittadini dalle medesime Direzioni generali, per effetto della “nomina politica fiduciaria” che non consente ai nominati di possedere quella “imparzialità” necessaria a gestire a beneficio di tutti e senza visioni “di parte” i beni e i servizi pubblici che le direzioni generali interessate garantiscono alla collettività.
I ricorsi in questione sono stati esperiti dalla DIRER e da un dirigente che è stato così impossibilitato anche solo a presentare domanda di attribuzione dell’incarico cui poteva legittimamente aspirare. Tutte le nomine impugnate, infatti, sono avvenute senza un regolare concorso e senza alcuna forma di reale selezione meritocratica e,- in palese violazione del principio di separazione tra “attività di indirizzo politico e attività di gestione amministrativa”-, sono state effettuate da un Organo politico regionale “per chiamata diretta”, ovvero con nomina di natura prettamente fiduciaria, avvalendosi di una norma regionale (l’art. 43, comma 2, della L.R. n. 43/2001) che, però, non solo è in palese contrasto con le norme costituzionali sui principi di imparzialità, buon andamento, trasparenza dell’attività amministrativa e accesso ai pubblici impieghi esclusivamente mediante concorso (artt. 97 e 98 Cost.), ma anche in contrasto con le norme costituzionali che prevedono l’esclusività della Stato nella materia “ordinamento civile” (art. 117, comma 2 Cost.), in quanto in detta materia ricadono i contratti afferenti agli incarichi dirigenziali conferiti a soggetti esterni all’amministrazione. Non va dimenticato, peraltro, che dette nomine violano persino lo stesso Statuto della Regione Emilia-Romagna che per tutti gli incarichi dirigenziali prevede obbligatoriamente l’accesso mediante concorso o procedura selettiva (art. 62, comma 3, della L.R. 31 marzo 2005, n.13 e s.m.i. – Statuto della Regione Emilia-Romagna).
Tali nomine, pertanto, secondo la DIRER, sono state poste in essere in palese violazione di legge e con una serie di gravi vizi di eccesso di potere, come dettagliatamente esposto nei ricorsi. A tutto ciò, infine, non potrebbe che accompagnarsi un danno erariale e per questi motivi la DIRER, a tutela di tutti e a differenza di altri, è dovuta intervenire, non potendo “girarsi a guardare da un’altra parte”.
Il segretario regionale (Ing. Roberto Magarò)
Bologna 14/04/2016
Comunicato DIRER-SIDIRSS
La Federazione DIRER e S.I.Dir.S.S., esprime viva soddisfazione per la stipula dell’accordo quadro sui comparti e sulle aree di contrattazione. Si chiude così un lunga vicenda, iniziata con la riforma Brunetta che, imponendo la riduzione del numero dei comparti e delle aree, aveva fissato schemi troppo rigidi, e prodotto una tale confusione fra le professionalità, da impedire per anni la composizione di qualsiasi accordo. Finalmente si è sciolto uno dei nodi principali, quello della definitiva separazione della Dirigenza Tecnica, Professionale ed Amministrativa, da quella Sanitaria e medica che ha visto impegnati da tempo i nostri sindacati, prima da soli, poi nella nuova Federazione ed ha avuto il forte sostegno della Confederazione Cosmed. L’accordo rappresenta un successo per il lavoro svolto dalla Cosmed e ribadisce l’importanza fondante della scelta strategica di DIRER e S.I.Dir.S.S. di fondersi insieme . La nuova area delle Funzioni locali vede, infatti, insieme la dirigenza degli Enti Locali, delle Regioni, la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del Servizio sanitario nazionale PTA ed i segretari comunali e provinciali per quanto previsto dalla riforma Madia. L’accordo si fonda su complessivi 4 comparti e quattro aree : Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e ricerca, Sanità. Viene così semplificato il sistema contrattuale salvaguardando però le differenze fra l’amministrazione centrale e quella locale, nonché la coerenza con la riforma della pubblica amministrazione che ha distinto i ruoli della dirigenza sulla base delle diverse funzioni. Avremo un unico contratto della dirigenza delle Funzioni locali cui faranno riferimento due ruoli dirigenziali secondo la riforma Madia: quello Regioni e PTA e quello degli Enti Locali. E’stata prevista anche la possibilità di istituire specifiche sezioni contrattuali per regolare aspetti peculiari dei rapporti di lavoro e ciò faciliterà senza dubbio le future intese. E’ un passo avanti fondamentale per l’apertura dei rinnovi contrattuali. Nella nuova area conserviamo la nostra rappresentatività e tutte le prerogative sindacali. Possiamo cominciare a lavorare alla nostra piattaforma comune per il prossimo contratto. La COSMED esce rafforzata perché è l’unica confederazione autonoma della dirigenza rappresentativa su tutte le quattro aree dirigenziali. Il sindacato sta facendo la sua parte: ora per il Governo non ci sono più alibi. Per una vera stagione contrattuale servono nuove risorse perché quelle stanziate sono chiaramente insufficienti.
Il Segretario Nazionale DIRER Silvana de Paolis
Il Segretario Nazionale S.I.Dir.S.S Franco Socci
Roma, 7 aprile 2016
Ecco l’Ipotesi CCNQ comparti ed aree 2016-2018 del 5 aprile 2016.
Convenzione Caf DIRER-50&piùCAAF
La DIRER ha stipulato una convenzione per offrire ai nostri iscritti assistenza CAF con 50&piùCAAF, servizio di assistenza fiscale nato e cresciuto all’interno di Confcommercio – Imprese per l’Italia, con sedi in tutte le Regioni d’Italia. Le condizione economiche riservate ai nostri iscritti, mentre per individuare la sede CAAF più comoda ecco il link: http://www.50epiu.it/it-it/dovesiamo.aspx Al fine di consentire la fruizione dei servizi, l’iscritto DIRER dovrà presentare una attestazione nominale in cui il Segretario Regionale attesta l’appartenenza alla DIRER.
Rimborso pensioni: decreto a rischio di incostituzionalità
Il decreto del Governo sul rimborso pensioni sarà valutato dalla Corte Costituzionale, chiamata a stabilirne la legittimità: i magistrati del tribunale di Palermo hanno dato infatti ragione a un pensionato che ha presentato ricorso contro il cosiddetto bonus Poletti, con cui l’Esecutivo ha stabilito la parziale restituzione della mancata rivalutazione delle pensioni, in seguito alla bocciatura (sentenza 70/2015) della stessa Consulta del blocco 2012-2013 degli adeguamenti per i trattamenti superiori a tre volte il minimo, previsto dalla Riforma Fornero (Dl 201/2011). In seguito alla citata sentenza della Consulta, il Governo, come ricorderete, è intervenuto con il decreto 65/2015, prevedendo un rimborso non integrale delle somme non percepite a causa della mancata rivalutazione. Le restituzioni hanno riguardato le pensioni fra tre e sei volte il minimo – il decreto pensioni ha previsto un complesso meccanismo di coefficienti di rivalutazione, diversi per classi di importo – mentre nulla hanno visto i pensionati che prendono assegni più alti. Il decreto 65/2016, così facendo, ha recepito soltanto in parte la sentenza con un mini-bonus di agosto, per poi prevedere un nuovo meccanismo di rivalutazione dal 2016. Dopo il bonus erogato ad agosto, si è verificata nei mesi seguenti una pioggia di ricorsi da parte dei titolari di trattamento pensionistico da non avevano ricevuto alcuna forma di rimborso nonostante una sentenza della Consulta avesse ritenuto illegittimo il trattamento riservatogli. In uno di questi casi, quello di Palermo, i magistrati hanno nuovamente rinviato il caso alla Corte Costituzionale, che questa volta dovrò pronunciarsi sulla presunta illegittimità del rimborso parziale previsto dal decreto pensioni. Il Tribunale di Palermo, in sostanza, ha rinviato nuovamente alla Consulta la questione per ribadire l’incostituzionalità del decreto del governo sul blocco delle pensioni dall’importo lordo che da va da tre volte i minimi (circa 1500 lordi) ad un massimo di sei. Secondo il Tribunale il provvedimento adottato dal governo Renzi non ha applicato in toto la sentenza di incostituzionalità della Consulta, ma ha riconosciuto solo una parte del rimborso per i pensionati. Il mancato pieno recepimento della sentenza, torna a riproporre l’illegittimità del blocco proposto dalla Riforma Fornero, in violazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza previsti dagli articoli 36 e 38 della Costituzione: il legislatore ha in quel caso applicato un’eccessiva discrezionalità rispetto al dettato costituzionale, andando a toccare un diritto, quello alla pensione, in relazione a trattamenti non abbastanza alti da giustificare una logica redistributiva.
FONDO PERSEO: Proroga adesione al 2020
Con la sottoscrizione della maggioranza delle Confederazioni, è stato siglato il contratto nazionale quadro che consente l’adesione al Fondo Perseo fino al 31 dicembre 2020. Favorevole anche la parte pubblica. Adesso occorre il via libera del Consiglio dei ministri e della Corte dei Conti per la sottoscrizione definitiva, che renderà totalmente esigibile la norma contrattuale. In ogni caso, in attesa del varo definitivo è stato specificato che gli effetti del contratto decorrono dal 1 gennaio 2016, il che consente di proseguire nell’adesione volontaria al fondo senza soluzione di continuità rispetto alla precedente scadenza del 31.12.2015 che risulta pertanto superata. Viene pertanto resa possibile un’adesione meditata al Fondo come auspicato dalla nostra Confederazione Cosmed. Infine nelle dichiarazioni congiunte viene ribadito il dovere delle Amministrazioni di informare diffusamente i dipendenti su questa opportunità, anche se comporta un onere per l’azienda che deve corrispondere per ogni aderente un contributo del datore di lavoro pari al 1% della retribuzione fissa. Resta fermo l’impegno della nostra confederazione COSMED ad informare i dirigenti interessati e a perseguire modifiche legislative che favoriscano l’adesione al Fondo, in particolare richiediamo che l’obbligo di conferire in parte o completamente la liquidazione maturanda sia abolito consentendo l’accesso con le sole quote del dipendente e del datore di lavoro. Leggi l’Ipotesi CCNQ del 15 gennaio 2016