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Impugnata dal Governo la Legge Regionale dell’Abruzzo n. 16/2012 su incarichi dirigenziali superiore ai limiti di legge.

Impugnata dal Governo dinanzi alla Corte Costituzionale, anche grazie al formale e tempestivo intervento di questa Organizzazione sindacale a mezzo  nota del 20 aprile c.a. indirizzata al Presidente del Consiglio ed ai Ministri interessati, la legge della Regione Abruzzo n. 16 del 5 aprile 2012. Con tale legge (avente ad oggetto “modifiche alla L.R. 14 settembre 1999, n. 77 -norme in materia di organizzazione e rapporti di lavoro della Regione Abruzzo- ed alla L.R. 23 marzo 2000, n. 43 – Contributo al Circolo d’arte e cultura 2II Quadrivio di Sulmona per l’organizzazione del premio Sulmona-) veniva consentito, contrariamente alle disposizioni normative di cui all’art. 19, comma 6 e 6 ter del decreto legislativo 165/2001 ed in violazione dei principi costituzionali in tema di pubblico impiego, la possibilità di affidare incarichi di Dirigenti di Servizio, con contratto a tempo determinato, rinnovabile per massimo 3 anni, a dipendenti regionali di categoria “D” nel limite del 10% delle posizioni dirigenziali.   La Legge regionale in parola, come sopra detto, è stata impugnata dal Governo dinanzi alla Corte Costituzionale in quanto la stessa legge viola i principi di ragionevolezza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione di cui agli artt. 3 e 97 della Costituzione, nonché l’art. 117, secondo comma, lettera I), della Costituzione, che riserva alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell’ordinamento civile.

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